Un cratere sul pianeta Venere porta il suo nome. Il 31 agosto 2020 si è celebrato il 150° anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1870. Fu una delle prime donne italiane a laurearsi in medicina e, successivamente, a esercitare la professione. Quando arrivò negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune la salutò come la donna più interessante d’Europa. In Italia molti ricordano il suo volto stampato sulle banconote da mille lire. Sto parlando di Maria Montessori, pedagogista, medico, scienziata, filosofa italiana, candidata per tre volte al Nobel per la pace, conosciuta in tutto il mondo per il metodo educativo che porta il suo nome. A lei si deve una nuova comprensione del bambino e un nuovo modo di intendere l’insegnamento e la formazione degli insegnanti.
A questo punto, ci si potrebbe chiedere che cosa abbiano in comune Maria Montessori e il cielo stellato, di cui solitamente si occupa questo blog. Non tutti sanno che il suo approccio al mondo dell’infanzia si basa su ciò che lei definiva “educazione cosmica”, ovvero ispirata a quello che i Greci chiamavano “kosmos”, un sistema ordinato, basato sull’armonia e sulla collaborazione tra tutti gli esseri. Per Maria Montessori insegnare ai bambini significava condividere con loro la pienezza dell’universo, poiché tutto è interconnesso e nulla esiste separatamente. Educazione, quindi, come interazione equilibrata di ogni parte con il tutto, di ciascuno con tutti gli altri esseri. Maria Montessori afferma: “Quando cominciamo a capire il lavoro di questo universo, allora ogni cosa assume un significato. Incominciamo a vedere nel come e nel perché delle cose”. E ancora: “L’anima del bambino si nutre di grandezza”. La sua pedagogia, infatti, è un’educazione alla vastità: per lei solo la conoscenza dell’equilibrio cosmico può portare alla comprensione del funzionamento dell’ecosistema Terra e alla scoperta del nostro posto all’interno dell’universo e dell’esistenza, a un senso di appartenenza all’ordine cosmico.
Maria Montessori, guardando al bambino come fonte di purezza interiore, comprese che le sue espressioni, curiosità, domande sul mondo, nella loro ingenua delicatezza, spesso esprimono proprio una natura cosmica. A partire dai 6-7 anni, i bambini ragionano in profondità, si interrogano e interrogano i fenomeni naturali e i meccanismi delle cose, sono capaci di elaborare un pensiero dialettico, sviluppano il senso critico e morale, nonché la capacità di proiettarsi all’interno di percorsi conoscitivi sulla base dell’immaginazione. Il bambino osserva e scopre il mondo con stupore, mondo che diventa sempre più grande con la sua crescita e il suo sviluppo. E con il mondo cresce la sua visione cosmica, pura e, appunto, visionaria, poetica, immaginifica, ovvero capace di trasfigurare, riempire di significato e completare la vita prosaica, legata prevalentemente ad aspetti materiali e a compiti pratici.
Così tanto ancora ci sarebbe da raccontare di Maria Montessori, tuttavia il mio intento qui è soltanto quello di illuminare le risonanze esistenti tra la pedagogia cosmica montessoriana e la cosmologia che permea l’astrologia: sono entrambi sistemi che integrano tra loro, sulla base dei principi di reciprocità e sincronicità, l’uomo e l’universo. In entrambi i sistemi emerge una comune Weltanschauung, una modalità affine di rappresentare l’individuo e la vita umana come parti di un meccanismo più grande (la natura, il cosmo) e la meraviglia evocata dalla scoperta dei fenomeni naturali e del loro funzionamento come porta privilegiata di accesso allo sviluppo della conoscenza e dell’evoluzione.
Maria Montessori, attraverso il suo metodo ispirato al cosmo e alle leggi della natura, invita tutti noi, oggi più che mai, a proteggere e custodire con amore la bellezza della purezza del pensiero infantile per risvegliare i bambini al ruolo di ispiratori e creatori di pace e di progresso. Sulla sua tomba Maria volle che fossero incise queste parole: “Ai bambini che tutto possono”.
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